blogattelle

blog

l’uomo che sorrideva ai libri

già una libreria non era il luogo piú affollato del mondo, tranne rari casi, d’agosto poi il traffico si limitava a qualche compratore di libro dell’estate o richieste nella maggior parte dei casi astruse e non esaudibili… lei era al banco dove c’era la cassa, leggiucchiava ancora una volta molto rumore per nulla: le piaceva beatrice e un po’ s’identificava...; ogni tanto lanciava uno sguardo fuori dalla vetrina oppure lo faceva correre meccanicamente dentro il negozio, lungo il serpentone di bassi scaffali che dividevano in due l’ambiente formando un percorso fin dove lei si trovava, le scaffalature alte invece erano alle pareti… quel giorno indossava una canottierina color crema non molto scollata e una minigonna jeans, piedi nudi: si stava cosí bene!, e tanto per la strada che doveva fare -chiuso e uscita dalla porta sul retro, attraversato il cortile interno era a casa; quasi l’una: tra una mezz’oretta…; la porta a vetri s’aprí e un uomo entrò, sorrise mormorando un buongiorno al quale lei rispose poi lo vide che cominciava a guardare i volumi in esposizione: era sulla trentina, begli occhi ma nel complesso niente di speciale, aspetto pulito, vestito con pantaloni chiari che poteva scorgere fin a mezza coscia e camicia azzurrina con le maniche corte arrotolate; per qualche ragione continuò a seguirlo, forse per come si mostrava a suo agio; adesso era giunto allo scaffale degl’italiani e sorrise scorrendo i titoli di flaiano: buon segno pensò lei; poi lo vide illuminarsi quando arrivò a céline sfogliando l’unico titolo presente: morte a credito, e mentr’egli lo riponeva con cura lei pensò che un solo titolo disponibile di céline era veramente poco l’aveva detto, del resto quella era la libreria di suo padre e sua madre in rigoroso ordine di tempo dedicato, lei preferiva i vantaggi dell’università… ora l’uomo era al teatro, shakespeare, -uhm, cosa sfogliava?, -hai sistemato quei libri ch’è poco, pensa cretina, ricorda: cos’avevi messo lí?, ma sí, era proprio much ado…, quando alfine l’uomo giunse posò sul banco tre libriccini: cocktail, fiori, poesie
-vuole fare la nostra tessera, signore?-
-certo, e vorrei anche che mi desse del tu-
-come ti chiami?-, nome, cognome, indirizzo… poche battute ch’ebbero su di lei un gradevole effetto; in realtà adesso sarebbe stata pronta a ricevere un invito a cena, che lui non le rivolse, ma con un’aria tale da convincerla a pensar súbito alla prossima volta in cui sarebbe tornato, entrando direttamente dalla porta accanto a lei, con quell’intenzione, e lo vide uscire e salire in macchina finalmente a figura intera: era a piedi nudi

contributo a: piedi nudi nell’arte